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Il Tethering del Corpo Vertebrale Potrebbe Non Migliorare l’Angolo di Cobb

Una nuova ricerca presentata al Congress on Early Onset Scoliosis e al Growing Spine suggerisce che il tethering (ossia il legamento) del corpo vertebrale potrebbe non bastare per migliorare l’angolo di Cobb maggiore nei pazienti con scoliosi idiopatica adolescenziale. Lo studio ha esaminato 113 pazienti sottoposti al tethering del corpo vertebrale tra il 2013 e il 2020. I risultati hanno mostrato che i pazienti avevano un angolo di Cobb maggiore medio preoperatorio di 51,1°, che è migliorato fino a un angolo di Cobb maggiore medio di 27,4° sulle prime radiografie erette e un angolo di Cobb maggiore medio di 31,1° al follow-up finale.

Dallo studio è anche emerso che sono state osservate curve stabili solo nel 50,4% dei pazienti, mentre un aumento di oltre 5° dell’angolo di Cobb è stato osservato nel 41,6% dei pazienti dopo la radiografia eretta iniziale. Nel corso del periodo di follow-up, solo l’8% dei pazienti ha avuto una diminuzione superiore a 5° dell’angolo di Cobb e il 4,4% dei pazienti ha avuto una correzione superiore a 10°.

Secondo Lindsay M. Andras, MD, capo divisione associato e direttore del programma della colonna vertebrale presso il Jackie and Gene Autry Orthopedic Center del Children’s Hospital di Los Angeles, ciò viene a suggerire che il tethering del corpo vertebrale potrebbe non essere efficace nello sfruttare costantemente la crescita. Lo studio suggerisce inoltre che la tecnica deve essere eseguita su una popolazione più giovane e che si potrebbe aver la necessità di una correzione ulteriore nel corso della procedura.

Questi risultati sono alquanto importanti in quanto il tethering del corpo vertebrale è considerato un’alternativa promettente rispetto alla chirurgia di fusione spinale nel trattamento della scoliosi idiopatica adolescenziale. Comunque sia, occorrono ulteriori ricerche per determinare l’efficacia di tale tecnica, compresa la selezione dei pazienti e l’ottimale tempistica, per assicurare i migliori risultati per i pazienti.

Seppur il tethering del corpo vertebrale potrebbe essere una tecnica promettente per il trattamento della scoliosi idiopatica adolescenziale, è il caso di ricordare che è ancora una procedura relativamente nuova e che occorrono ulteriori ricerche per comprendere appieno i suoi benefici e rischi a lungo termine.

Opzioni non invasive per il trattamento della scoliosi: un’alternativa più sicura alle tecniche chirurgiche
Nel frattempo, è sempre più vantaggioso provare le opzioni non invasive prima di prendere in considerazione un intervento chirurgico. Ci sono a disposizione molti trattamenti non chirurgici per la correzione della scoliosi oggi, quale il metodo ScolioLife®, che ricorre ad una combinazione di esercizi specializzati e terapia manuale per migliorare l’allineamento spinale e ridurre la curvatura della scoliosi.

Un’altra opzione che non richiede un intervento chirurgico è il tutore ScolioAlign®, che è un tutore personalizzato progettato per correggere gradualmente nel tempo la curva spinale. Questo tutore è realizzato con una tecnologia avanzata di scansione e stampa 3D, il che assicura una vestibilità perfetta per ogni paziente.

Sia il metodo ScolioLife® sia il tutore ScolioAlign® hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre la curvatura della scoliosi e nel migliorare la salute generale della colonna vertebrale, senza che occorra un intervento chirurgico. Per di più, non sono invasivi e hanno un minimo o nessun effetto collaterale.

È fondamentale rammentare che la chirurgia dovrebbe sempre essere l’ultima risorsa quando si tratta di trattare la scoliosi. Seppur il tethering del corpo vertebrale potrebbe essere una tecnica promettente, è ancora nelle prime fasi di sviluppo e occorrono ulteriori ricerche per comprendere appieno i suoi benefici e rischi. Nel frattempo, opzioni non invasive come il metodo ScolioLife® e il tutore ScolioAlign® possono fornire un trattamento efficace e sicuro per i pazienti affetti da scoliosi di ogni età.

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